La Psicogenealogia considera la dimensione psicologica dell’ Albero Genealogico così come è vissuto, interiormente, da ciascun individuo. Può essere definita come un metodo che contestualizza la persona all’interno del suo panorama familiare, ridandogli un suo proprio posto facendo riferimento alle informazioni genealogiche e all’impatto psicologico degli avvenimenti che si sono prodotti nelle generazioni precedenti. Stabilire la propria ‘carta d’identità genealogica’ rivela la mappa dei posti occupati dal parentado, fino a quel momento racchiusa nell’inconscio familiare. L’impatto degli avvenimenti a carattere traumatico vissuto dalle altre generazioni crea dei ‘luoghi assenza’ rivelatori di problematiche trasmesse all’insaputa dei discendenti.
Questo metodo utilizza principalmente il Genosociogramma, rappresentazione grafica dell’albero genealogico, come supporto. Il Genosociogramma è stato codificato dalla Professoressa Anne Ancelin Schutzenberger e lo stesso termine ‘Psicogenealogia’ è stato da lei coniato, grazie agli approfondimenti e alle sue ricerche sulla Sindrome di Anniversario e le correlazioni con la psico-storia.
Partire dalle tracce di chi ci ha preceduto ci conduce dentro luoghi a volte inattesi del nostro cosciente familiare e del nostro inconscio ancestrale.
L’ANALISI TRANGENERAZIONALE
L’Analisi Transgenerazionale prolunga il lavoro psicogenealogico nell’investigare le situazioni sofferenti dell’albero genealogico attraverso un percorso articolato. Dopo aver decodificato le informazioni presenti nel Genosociogramma (nomi, date, mestieri, avvenimenti, etc ...) diviene necessario interessarsi agli effetti dei difetti (mancanze) di trasmissione sulla persona. Che si tratti di traumi, lutti non elaborati, segreti, non detti, violenze, tutto questo impregna psichicamente i discendenti creando dei comportamenti, dei funzionamenti ‘inadatti’, disfunzionali alle situazioni che si presentano. Possono apparire sottoforma di angosce, straripamenti emozionali, sensazioni confuse, malesseri, sintomi depressivi, o, in casi più gravi, sottoforma di turbe psichiche (per esempio i comportamenti deliranti).
I sintomi generalmente si manifestano al momento di certi passaggi esistenziali che precedono cambiamenti importanti. Sono degli ‘appuntamenti genealogici’ con la memoria familiare. Tutto ciò può prendere un senso solo quando la prospettiva transgenerazionale viene portata a coscienza.
L’analisi transgenerazionale lavora nel restaurare i legami inter e intragenerazionali e al radicamento della persona nel suo posto d’origine.
RIASSUMENDO
Il lavoro della psicogenealogia si inscrive nell’attualità di un mondo in piena mutazione. La nostra epoca è agitata da memorie collettive onnipresenti, che entrano in risonanza con il peso delle memorie ancestrali, ingombre di fantasmi, intrise di sofferenza e colpevolezza. Diviene dunque urgente, in questo contesto, liberarsi del passato traumatico per sbrogliare la propria storia.
L’architettura dell’albero psicogenealogico diviene rivelatrice della nostra appartenenza a un corpo familiare. Aiuta a risalire alla sorgente della nostra esistenza e delle nostre scelte, delle trasmissioni inconsce, dissimulate in una catena aggrovigliata che spesso influisce sul nostro presente con i suoi lutti non elaborati, segreti, conflitti, ingiustizie.
Diventa così possibile interrogarci sul posto da dare alle situazioni ripetitive che hanno delimitato la nostra esperienza individuale, in legame con gli avvenimenti vissuti dalle generazioni precedenti.
L’approccio psicogenealogico e transgenerazionale, ci conduce sui sentieri dei passivi famigliari, offre ad ognuno la possibilità di dare alle memorie trasmesse il loro giusto valore. Incarnarsi dentro le radici identitarie di una storia ricostruita permette di inziare il cammino della propria libertà individuale.